Isole di Plastica: ecco le sei più grandi al mondo
Ogni anno, ben 8 milioni di tonnellate di rifiuti invadono le acque dei mari di tutto il mondo. Con la forza delle correnti, si creano poi delle concentrazioni di spazzatura in zone specifiche: le cosiddette “isole di plastica”.
Non si tratta di nuove terre emerse, o di superfici calpestabili, ma di vere e proprie “zuppe” di rifiuti e detriti che si accumulano e rimangono intrappolati in vortici acquatici, anche per diversi anni.
Queste isole sono formate da rifiuti di varie grandezze, ma soprattutto da miliardi di frammenti microscopici di plastica, che si disperdono ovunque: dalla superficie sino al fondo del mare. Questi frammenti piccolissimi e leggerissimi vanno così a mescolarsi e confondersi con il plancton: le particelle elementari da cui si rigenera la vita negli oceani; la base, quindi, di tutta la catena alimentare. Non solo: ogni anno diverse migliaia di animali marini (mammiferi, uccelli e tartarughe), vengono uccisi da oggetti di plastica di cui si nutrono per sbaglio o in cui rimangono intrappolati.
I rifiuti non si limitano alla superficie, ma si estendono in profondità, fino al fondo del mare, dove il loro deterioramento è ancora più difficile.
Nel mondo, le isole di plastica che hanno raggiunto dimensioni allarmanti sono ben sei. Vediamo una classifica a ritroso delle più importanti “Garbage Patch” (chiazza di spazzatura):
6. Artic Garbage Patch
Scoperta nel 2013, si trova nel mare di Barents in prossimità del circolo polare artico. È l’isola di plastica più piccola e più recente. I detriti che la compongono provengono dall’Europa e dalle coste del Nord America.
5. Indian Ocean Garbage Patch
Anche se la sua esistenza era stata ipotizzata fin dal 1988, è stata scoperta nel 2010. Quest’isola si estende per più di 2 km, con una densità di 10 mila detriti per km2.
4. South Atlantic Garbage Patch
Da poco documentata, si trova tra l’America del Sud e l’Africa meridionale. Si estende per oltre 1 milione di km2 e viene mossa dalla corrente oceanica sud atlantica.
3. North Atlantic Garbage Patch
Scoperta nel 1972, è la seconda isola più grande per estensione, (stimata sui 4 milioni di km2). È però famosa per l’alta densità di rifiuti: ben 200 mila detriti per km2. Viene mossa dalla corrente oceanica nord atlantica.
2. South Pacific Garbage Patch
Scoperta recentemente al largo del Cile e del Perù, è grande 8 volte l’Italia. Ha una superficie che si aggira intorno ai 2,6 milioni di km2 e contiene prevalentemente microframmenti di materie plastiche.
Stiamo facendo qualcosa per questo problema?
1. Great Pacific Garbage Patch
Sul podio troviamo la più tristemente famosa: la Great Pacific Garbage Patch, chiamata anche “Pacific Trash Vortex”.
La sua esistenza è nota già dagli anni ’80, ma la sua scoperta risale al 1997, quando il velista Charles Moore si trovò circondato da milioni di pezzi di plastica, durante una gara in barca dalle Hawaii alla California.
Si trova nell’oceano Pacifico, tra la California e l’Arcipelago Hawaiano, e si sposta seguendo la corrente oceanica del vortice subtropicale del Nord Pacifico. Ha un’età di oltre 60 anni ed è l’isola di spazzatura più grande al mondo. Le sue dimensioni sono immense: si stima che potrebbe occupare dai 700 mila km2 fino ai 10 milioni di km2. In pratica quanto la Penisola Iberica, o gli Stati Uniti d’America. La concentrazione massima raggiunge un milione di rifiuti per km2, per un totale di immondizia che oscilla tra i 3 e i 100 milioni di tonnellate di rifiuti complessivi.
Questa grande chiazza è composta prevalentemente da plastica, metalli leggeri e residui organici in decomposizione. Ma la plastica è l’elemento predominante.
Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), l’isola di rifiuti del Pacifico, starebbe crescendo molto in fretta, alimentata da circa una tonnellata di rifiuti al giorno, tanto che presto potrebbe essere visibile anche dallo spazio.